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  • Immagine del redattoreCristina Ferina

Il Tempo Onirico: Alleato del Corpo


In che tempo viviamo?


Non quello inteso come epoca che versa, secondo il mio modesto parere, in un caos dove neo-feudalesimo, simil-progresso, pseudo-civiltà, e via discorrendo, convivono volgarmente, portando chiunque abbia un minino di coscienza ad allontanarsene, cercando, in un altrove ideale, e possibilmente interiore, una dimensione di quiete.


Mi rivolgo a quell'altro tempo, quello sul quale fior fiore di scienziati, e perchè no, anche maestri "dello spirito e dell'anima", più o meno pittoreschi, si arrovellano per capire cosa accidenti sia.

Quel tempo cartesiano, che, secondo la nostra concezione di esseri finiti, trova la sua collocazione in un asse, in genere quello orizzontale, ben lineare.


Questa tipologia di tempo è l'abito perfetto per la nostra mente, che ha una necessità costante di sapere quello che ci sarà da fare dopo. Dopo quell'appuntamento, dopo colazione, dopo la riunione, dopo cena... un dopo che si estende, come il ponte di Brooklyn, fino a domani, dopodomani, al prossimo mese, anno, secolo... che fatica!!! Il tempo, così vissuto, si trasforma in un'azione brutale. Alla quale siamo però tutti sottoposti, spesso senza rendercene conto, come degli automi.


E, a chiederci di stare dietro a questi ritmi, avete notato, è sempre qualcosa (o qualcuno) che sembrerebbe stare fuori di noi, che in mano ha un simpatico e simbolico tridente con il quale ci punzecchia. La famiglia, la società, lo stato, l'Europa... il vicino di casa, il verduriere, il cugino...

In realtà, queste insistenze di essere efficaci ed efficienti nel tempo (ma sarà poi così) , sono ben radicate dentro di noi da millenni di condizionamenti socio-culturali, che ci spingono in un ipotetico avanti, come ad un concerto punk, e che delegano a noi, dall'esterno, lo stimolo ad agire. Il rimando è continuo, complesso, e sottile.


Basta saperlo. E poi?


E poi si cerca di seguire un altro tempo, quello che io chiamo onirico. Il tempo onirico è il tempo del sogno, ma non è che dobbiamo andare in giro come degli addormentati cronici, come se il nostro Hun, che, in Medicina Tradizionale Cinese, è lo psichismo del Movimento Legno, nonchè responsabile del nostro sognare, al mattino continuasse a vagare nel multiverso senza tornare nel corpo. Niente di tutto questo.


Il tempo onirico è il tempo del corpo e del Fare Anima. Ci accompagna in quella radura dove tutti ci siamo incontrati, almeno una volta, e dove, alla fine, ci incontriamo di nuovo, come ho scritto in questo post di Novembre 2017.


Per vivere, con il tempo onirico, nel tempo lineare (perchè da qui, come essere umani, non si scappa), non è necessario prendere appunti al mattino sui sogni fatti, nemmeno andare in analisi, oppure interpretarli.

I sogni c'entrano ben poco, perchè sono le Immagini, di tutti i giorni, con le quali dobbiamo imparare a stare che ci permettono di godere del tempo onirico.

Sono le immagini, di ogni tipo, e intorno a noi, che definiscono il tempo onirico.

Sono le immagini, che risuonano profondamente con il nostro corpo, e se ne prendono cura.

E' il nostro corpo, nella sua coscienza cellulare profonda, che vive nel tempo onirico.


Lui si muove lì, in quel perimetro, il cui confine non è la nostra pelle, perchè non c'è confine. Niente di trascendentale, chi mi conosce lo sa.

E' solo riscoprire un'abilità vecchia quanto noi: la sensibilità alle immagini, che sia quella di un fiore o di una dinamica relazionale. Tutto è immagine, anche le emozioni che ne scaturiscono.

E più si esercita questa facoltà, meno si ha bisogno di ricorrere a dipendenze esterne per scegliere come spendersi nel tempo lineare.


Come si fa? Posso darti la mia ricetta, ma prendila solo come spunto per farna una tua.

Attenzione, Presenza, Osservazione, sospensione del giudizio, allenamento del Corpo Creativo, Prendersi cura di sè, e Bodytelling.


A presto,


Cristina





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