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  • Immagine del redattoreCristina Ferina

Mabon: tempo di raccolta!


L'Equinozio d' Autunno è qui!

Secondo la tradizione celtica, corrisponde al Sabbat chiamato Mabon (che, tra l'altro, era il dio della giovinezza e dei raccolti).

In questa fase dell'anno, si tirano un po' le somme, si raccoglie e si porta a casa quello che si è seminato, che avrà tutta la stagione autunnale e invernale per essere consolidato.


Per quel che mi riguarda, la semina (e quindi la raccolta) è stata molto strana. Nonostante la durezza di questo 2017, mi metto in dispensa più consapevolezza. Ho messo a fuoco il mio obiettivo a lungo termine e, automaticamente, accetto con coscienza anche quelli intermedi che faranno da ponte per il "traguardo", che, naturalmente, essendo noi esseri dinamici e in continua evoluzione, non sarà mai assoluto, ma solo relativo.


Diciamo che ho imbastito "il vestito che vorrò indossare da grande".


I suggerimenti arrivati, a livello simbolico, sono stati tantissimi e tutti filtrati dal mio corpo, dai miei sintomi e dalle mie sensazioni. Qui parlo di uno in particolare.

Nei mesi primaverili, che sono stati i più difficili emotivamente perchè ho perso mia mamma, il mio dolore alla sacro-iliaca sinistra è aumentato a dismisura. La sacro-iliaca è un'articolazione profonda dell'anca, che è un osso fondamentale del bacino e ci permette di avanzare, in senso sia fisico sia simbolico. La qualità della profondità mi ha parlato di "difficoltà a sbloccare certi meccanismi ancestrali", per poter avanzare, senza più zavorre, verso i miei obiettivi. Non è un compito che si può svolgere in un attimo! Ci vuole una presa di coscienza che non è (solo) mentale, ma soprattutto cellulare. Anzi, la mente è meglio non interferisca proprio.


Allora ho iniziato a lavorare, attraverso la saggezza del corpo, per trasformare quel dolore e quel fastidio in opportunità di crescita; in fondo, è il concetto della resilienza: leggere nel trauma la possibilità di evolvere. Ci si arriva con pazienza, però! E anche con qualche rimedio floreale, come Star of Bethlehem, che è specifico per il lavoro di integrazione del trauma.


Ho utilizzato la mia tecnica, il Bodytelling, e il Focusing, di Eugene Gendlin.

Integrati, mi hanno permesso di comprendere il senso simbolico del mio dolore fisico, ma non solo - nel frattempo, sono emerse emozioni e, con loro, anche memorie di eventi passati, alcuni addirittura trapassati -


Ho reimpostato la mia storia, che sto mettendo in pratica. Oggi posso dire di essere una "Cristina in reloading".

Nel "pacchetto" sono inclusi anche il ritorno fisico alle mie Origini (vivere, ancora a metà, in campagna nella casa in cui sono cresciuta), una cagnolina (che era di mia mamma), una gatta (già mia), un orto, un giardino, e idee più chiare e definite sul mio lavoro. E la mia sacro-iliaca si è data una calmata :)


Questo è il mio raccolto, e lo porto con me nei mesi "più bui" (ma che io amo tanto) per consolidarlo, continuando a leggerci dentro le infinite possibilità di evoluzione.


E tu, cosa ti porti a casa in questo Mabon? La tua raccolta può essere trasformata in risorse? (Un po' come l'uva che diventa vino, di cui parlerò nella mia newsletter di ottobre, sempre in senso simbolico. Non ho più la vigna da anni...).

Avresti voluto seminare, e quindi raccogliere, qualcosa di diverso? Sappi che sei sempre in tempo per correggere il tiro! A livello simbolico, tutto è possibile; non è il caso di rispettare nè le stagioni nè i cicli lunari per come li conosciamo noi!


A presto,


Cristina



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