top of page
  • Immagine del redattoreCristina Ferina

Abbraccia la tua Ombra


Buon VentiVenti! E che siano anche venti di cambiamento!


Torno, dopo una sosta di qualche mese, con i miei articoli.

E' stata una pausa utile a ridefinire alcuni aspetti della mia vita, lavorativa e non.

Chi mi conosce sa che non amo fare propositi per l'anno nuovo; tecnicamente, li ho sempre disattesi (quasi) tutti. Resto con quello che c'è, cercando piuttosto di delineare un confine fedele a me stessa.

Per questo nuovo anno, che ci introduce anche in un nuovo decennio, gli anni Venti, l'unico obiettivo che mi pongo è quello di fare il possibile per abbracciare, in ogni situazione, la mia ombra, quella parte di me che ogni tanto mette i bastoni tra le ruote rivendicando la sua esistenza.


Qualche post del mio blog fa, si parla del 2018, ho scritto dell'altra faccia della luna, quella in ombra, come potenziale bloccato. Emozioni trattenute, ad esempio si trasformano in tensioni, rigidità di pensiero e di azione, difficoltà di apertura, concentrazione; un rumore di fondo che distrae dalle cose del mondo, quelle importanti, quelle che meritano attenzione e gentilezza. L'ombra allontana, solo momentaneamente, dalla piacevolezza dell'incontro con noi stessi e dalla curiosità di conoscere cosa si nasconde dietro la cortina simbolica che ci separa da ciò che ancora ignoriamo.


Perchè l'ombra è proprio la nostra parte di storia non ancora narrata. Lontana dal

contesto di tutti i giorni, necessita attenzione, comprensione e integrazione, per trasformarsi in una nuova dimensione espressiva, quella che, con la giusta dedizione, può regalarci le soddisfazioni più grandi. Ogni volta che ci confrontiamo con una parte umbratile, siamo portati a reagire con le risorse di cui disponiamo, generate in tempi lontani, probabilmente da piccoli, che possiamo riconoscere ed elaborare, trasformandone la qualità. Dentro ogni lato in ombra, che emerge come "qualcosa che non va", è racchiusa una storia che chiede solo di essere raccontata. Diamole voce nel modo più spontaneo possibile.


Piangiamo, se l'ombra ci butta addosso emozioni troppo intense e complesse.

Muoviamoci, se l'ombra ci chiede di superare quel limite.

Facciamo una sosta, se l'ombra ci ha drenato tutte le energie e siamo completamente scarichi.

Ridiamo, se l'ombra si prende gioco di noi.

Sfoghiamo la rabbia, se l'ombra ci riporta, sempre, e di nuovo, lì, proprio in quel punto, in quella specie di cassonetto di indifferenziato nel quale credevamo non saremmo più finiti.

Se seguiamo spontaneamente l'invito dell'ombra, a fare, o a non fare, e ci affidiamo a quella vocina che non ci piace tanto ascoltare, riusciamo ad incontrate la nostra totalità, sciogliere dubbi e perplessità che ci accompagnano, aprirci alla chiarezza dei nostri intenti, affidarci alla certezza dell'integrità sempre presente, che è necessariamente in chiaroscuro. Perchè, così, è la vita.

Sereni giorni,

Cristina

119 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page