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  • Immagine del redattoreCristina Ferina

Il rumore degli oggetti


Sono giorni di sospensione nervosa nei quali mi viene spontaneo entrare in relazione con tutto ciò che mi circonda, oggetti compresi.

Ripenso alla Poetica dello Spazio di Bachelard, alla memoria dei luoghi, e torno naturalmente alla mia infanzia, ai giorni in cui la sospensione, a differenza di adesso, era una dimensione di opportunità e bellezza.

Gli stessi spazi che una volta mi accoglievano nell'ingenuità, oggi sono la sede dell’ineluttabilità di certi eventi, la sala d’attesa degli epiloghi dolorosi e inaspettati.

A tenermi compagnia, in questo momento spietato, gli oggetti, il cui unico proprietario è Chronos, quel Saturno che divora i suoi discendenti senza scrupolo alcuno, e senza autorizzazione.

Gli oggetti parlano un linguaggio comprensibile a chiunque, quello dei ricordi.

E' un intreccio di sensazioni e immagini, una sinestesia di sapori, talvolta profumi, dispensatori di una certezza assoluta, eterna: ciò che c'era una volta, c'è ora, e ci sarà sempre, perché verrà portato a spasso per il mondo, come amo dire io, da chi ha la possibilità di abitare ancora per un attimo la presenza, scegliendo di spostare lo sguardo alla bellezza del momento, alla sensibilità dell’incontro con l’altro, trasformandolo in opportunità di confronto, evoluzione, originalità, in cui saranno sempre e solo gli oggetti, con il loro silenzio, a produrre il rumore più assordante.

Buona settimana,

Cristina

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