Per sapere se si stanno gettando i semi di ciò che si vorrebbe realizzare, è importante possedere una visione chiara.
Per avere una visione chiara, quindi dosare la quantità giusta semenza affinché germogli bene, serve fare pulizia.
Si è stracolmi di informazioni e stimoli che popolano inutilmente la mente, inautentici e ingombranti, influenzati dal momento di vita, dalle emozioni, da fattori contingenti, da paure, timori e pseudo certezze, figlie illegittime di retaggi educativi. La sensazione è quella di avere una coperta addosso, pesante, impolverata, vecchia.
Come quelle che si trovano in soffitta, anzi, in cantina.
Discendere nella cantina significa sognare, significa perdersi nei lontani corridoi di una incerta etimologia, vuol dire cercare, nelle stesse parole, tesori introvabili.
Gaston Bachelard
Un passo, preso dalla Poetica dello Spazio, che mi ha fatto molto riflettere sulle relazioni che tessiamo con gli spazi che abitiamo, a partire da quelli di casa.
Scendere in cantina è un po' come accedere alla dimensione infera governata da Ade, un luogo proibito e seducente, oscuro e misterioso, ricco e incantato, spaventoso e sacro. Assoluto.
La cantina è depositaria delle passate memorie, custodisce i tesori, anche quelli non conquistati, è l'inconscio familiare, l'antro cavernoso dove ci si sporca, ci si impolvera, si è testimoni del tempo, che divora senza compassione coloro che ne fanno parte.
Passato e presente, qui, si incontrano per fare da passerella al futuro, Perchè, anche se non sembra, e proprio come scrive Bachelard, la cantina è la terra dei sogni.
Infranti, sentiti, desiderati, non ancora realizzati, confusi, etimologicamente incerti perchè non si sa a chi siano appartenuti, scoprendo magari, poi, che sono proprio i nostri, o anche i nostri, i sogni si nascondono sempre nei posti più impensati; i sogni, quelli veri, mettono alla prova, non si fanno trovare facilmente. I sogni, un po' come certi amori, si fanno desiderare, vogliono essere cercati.
I sogni vogliono certezze, esigono pulizia, chiarezza, impegno. I sogni amano la lucidità, la serietà, i progetti strutturati, la razionalità, un sentire che si affaccia sulla fattibilità. Niente è approssimativo, nei sogni, quelli veri.
Un esercizio, per sgomberare la visione dalle incertezze, è quello classico di stilare un elenco, scritto, di possibili sogni che si vorrebbero vedere realizzati, anche se è limitato al solo aspetto cognitivo.
I sogni, anche quelli in prospettiva, vanno vissuti, attraverso l'esperienza, con il corpo.
Quindi, provate a fare così: andate in cantina (se non l'avete, disegnatela, oppure fate come se foste in una cantina - reale o simbolico, il cervello non distingue).
Sgomberate, disponete gli elementi come meglio sentite, fate pulizia, spolverate ma, soprattutto, buttate via ciò che non vi rappresenta. Resteranno solo le cose utili a stimolare la sensibilità onirica.
Parola di chi, ieri, ha passato due ore in cantina, una cantina di 200 anni, a fare proprio questo: pulire i suoi sogni.
Buona settimana,
Cristina