Quanto è ampio il nostro spazio individuale?
Quanto possiamo muoverci, e fino a dove, prima che inizi, a tutti gli effetti, quello dell'altro? A questa domanda può rispondere solo il corpo.
Con il suo permesso, siamo, esistiamo, agiamo; ci muoviamo, ci fermiamo, ci abbracciamo, ci stringiamo le mani, gesticoliamo, creiamo relazioni, incontrandoci, con l'altro, nella terra di confine.
Fisica o simbolica, la terra di confine, dove la mia storia incontra la tua, è il luogo ideale per far germogliare le relazioni, di qualsiasi natura, se lo si vuole. Altrimenti, si può sempre scegliere di invertire il senso di marcia per tornare nel proprio spazio, nel proprio punto di partenza, dove, dopo aver raccolto le idee, ci si può preparare ad un nuovo incontro.
Avvicinarsi alla terra di confine è ogni volta una danza; io faccio un passo avanti, mentre tu ne fai tre indietro, dopodichè mi avvicino un po' di più, tu senti che puoi affidarti alla mia presenza, e io continuare a cedere il passo alla tua.
Un movimento dopo l'altro, un riposizionamento costante, un ritagliare continuamente i bordi per rendere questa dimensione dinamica, a ritmo, perfetta per chi, con dedizione, sta dando forma a questo nuovo spazio, che diventa sostegno, base, nutrimento reciproco, punto di partenza per nuove esplorazioni.
Senza la consapevolezza della terra di confine, saremmo dei corpi naufraghi e meccanici che si incontrano senza scoprire le rispettive potenzialità.
Accorgersi della terra di confine è la poetica delle relazioni, il collante degli eventi, e racchiude il senso dell'alterità.
Non siamo fatti per escluderci a vicenda, bensì per trovare un punto di inclusione, un sorriso, un benvenuto questa è la mia storia, adesso raccontami la tua.
C'è un momento, che si esaurisce in un attimo, dove tutto assume un colore nuovo, un sapore mai sentito prima, un dettaglio che nasconde l'interezza, il piccolo che sgomita per farsi grande, una canzone che solo un orecchio sintonizzato riesce a sentire, ed è quello in cui capisci che, sì, ora puoi sconfinare nel mondo dell'altro, perchè è lì che attende la tua invasione.
Prima, però, la terra di confine.
Terra di confine, sosta dell'eroe.
Terra di confine, ritorno, per un attimo, alla prospettiva iniziale.
Terra confine, punto fermo, spazio di riorganizzazione (delle idee, del sentire del corpo, delle priorità).
Terra di confine, limite da trascendere.
Terra di confine, "traditrice".
Terra di confine, sottile, spessa, trasparente.
Terra di confine, arbitraria.
Terra di confine, apparente.
Terra di confine, occupata dai pensieri.
Terra di confine, inizio e fine.
Terra di confine, l'altra faccia del senza soluzione di continuità.
Terra di confine, simbolo della resa.
Terra di confine, paura e incredulità.
Terra di confine, fusione degli opposti, incontro delle forze complementari.
Terra di confine, tutto e niente.
Terra di confine, gioia e solitudine.
Terra di confine, opportunità di cambiare sguardo sul mondo.
Qualunque, e come sia, la tua terra di confine, incontriamoci lì e diamo forma alla Bellezza.
Buona settimana,
Cristina