Nella condivisione, del tempo, degli spazi, delle esperienze, si nasconde un potenziale costruttivo immenso.
Stare con quello che succede intorno, indipendentemente da cosa sia, è un tema interessante di cui non ci rendiamo conto, ma non solo, lo diamo anche per scontato. Ingenuamente, crediamo che quello che ci sta intorno... sia solo intorno, e che accada così, per caso. Invece, è anche dentro, sopra, sotto, e così via - i Nativi americani lo sapevano bene, non per niente nelle loro pratiche includevano l'attenzione alla direzione. Ogni direzione, per loro, è la dimora di uno spirito, di un'intelligenza portatrice di saggezza e conoscenza, quindi, in ogni punto dello spazio a cui volgiamo lo sguardo, c'è un messaggio solo per noi, al quale sarebbe è opportuno prestare attenzione.
Al di là della nostra dimensione strutturata dalla mente, ce n'è un'altra, altrettanto strutturata, ampia ed inclusiva: quella del contesto in cui ci troviamo. Avere consapevolezza di questo aspetto vuol dire già, in parte, condivisione che, da condividere, significa partecipare insieme, offrire del proprio ad altri.
Quando si partecipa, donando una parte di sè, anche piccola (un ritaglio di tempo, un aiuto, la sola presenza, un oggetto...) ci si concede apertamente all'altro, un po' come se si aprisse la porta e lo si accogliesse nella propria casa; e l'altro, accettando, fa esattamente la stessa cosa.
In fondo, l'ospite, non è sia chi accoglie sia chi viene accolto?
Orientarsi a questa visione ci conduce alla consapevolezza che, ovunque siamo, siamo sempre ospiti e quindi è importante tenere a mente qualche piccola e semplice indicazione di condivisione per apprendisti esploratori:
- sospendere il giudizio. Ciò che viene offerto, come ciò che offriamo, è il frutto di quello che, in questo momento, siamo in grado di dare, e di ricevere.
- essere grati per la possibilità di esplorare, attraverso l'altro, anche noi stessi. Se non esistesse l'altro, non avremmo identità. L'identità nasce dalla relazione.
- ascoltare le sensazioni del corpo (battito cardiaco, respirazione, temperatura, emozioni...) dice tantissimo sull'impatto che ha su di noi quello che sta accadendo al di fuori, anche in un contesto che ci può apparire privo di significato (supermercato)
- porsi una domanda sul senso di questo evento condiviso, senza pretender una risposta dalla mente, perchè, 1) non sarebbe autentica 2) arriva tramite altri canali, per cui è necessario tenere sempre le antennine dell'intuizione dritte.
In una prospettiva dinamica, perchè così è la vita, è un processo che non si esaurisce mai, quello della scoperta di sè. Si entra sempre più nel dettaglio, emergono aspetti nuovi o rinnovati, si sta meglio con se stessi e, spontaneamente, con gli altri, ci si muove in sicurezza, grazie alla forza della (auto)conoscenza, verso condivisioni sempre più grandi, di cui noi ci facciamo, allo stesso tempo, esploratori ed esplorati.
Buona settimana,
Cristina