Immagina di dover trovare una soluzione efficace, abbastanza velocemente, ad un problema che ha tutta l’aria di essere un rompicapo. Come ti senti?
A me succede più o meno questo. Intanto, sono tesa perché temo di non avere il tempo necessario per poter elaborare la strategia migliore, poi perché ho paura di deludere i miei interlocutori, che magari mi hanno affidato questo compito con aspettative altissime, quindi subentra un senso di fallimento anticipato e ingiustificato e... se fallisco ahi ahi ahi... che male! Quasi non sono più degna di far parte del genere umano. Eppure, il fallimento, la possibilità di sbagliare, l’errore, sono la più alta manifestazione di umanità. Errare, se in questi ultimi mille anni non è cambiato niente, è sempre umano.
Ed errare, guarda che cosa bizzarra, vuole anche dire vagare. Un verbo che evoca possibilità, incontri, conoscenza, cadute, sperimentazioni, visioni... in sostanza, crescita, se, e solo se, dall’errore, impariamo. Prima di tutto, a non ripeterlo, perché lo sbaglio perpetrato è diabolico. E il diabolico, il diabolos, separa, frammenta, rompe in piccoli pezzi poi difficili da rimettere insieme.
Senza nemmeno saperlo, però, noi abbiamo un grande alleato che, come succede in ogni storia che si rispetti, ci sostiene nel processo, suggerendoci la via migliore da percorrere.
Lungo il viaggio dell’eroe c’è sempre una tappa dedicata agli alleati, ovvero le risorse, interne o esterne. Gli alleati esterni possono essere amici, situazioni favorevoli, occasioni che ci aiutano ad avanzare nella nostra prova. E vanno benissimo.
Ma non dobbiamo sottovalutare la nostra personale capacità di diventare auto alleati o alleati di noi stessi, attingendo alle nostre risorse interne, che possiamo definire magiche.
Una piccola strategia per stimolare il mago è immaginare, il cui significato letterale è “in me mago agere”, in me agisce il mago. Le immagini hanno una forza incredibile, sono vive e dinamiche, e accompagnano la nostra evoluzione.
Lavorare con le immagini vuol dire costruire la propria storia personale, preparandosi anche ad un possibile cambiamento radicale. Le immagini portano ad “errare”, ma nell’accezione di vagare. Un vagare interiore che ci accompagna dritti nella grotta del mago, dove ama nascondersi. All'inizio è un po' diffidente, occorre un po' di tempo prima di riuscire a conquistare la sua fiducia; il mago è la parte più nobile di noi, capace di trasformare le cose difficili in Bellezza, perchè lui, nutrendosi di immagini, nella Bellezza, ci vive.
Ecco a cosa serve l'immaginazione: a generare la Bellezza. E la Bellezza, le soluzioni, le trova sempre.
Ogni volta che ti trovi in una situazione complessa, nella quale devi mettere in gioco tutte le tue abilità di problem solving, fermati un attimo, fai un bel respiro, e converti in immagini i contenuti del momento. Non farai nemmeno in tempo a rendertene conto, che il mago sarà già lì, davanti a te, pronto a tenderti la sua (cioè tua) bacchetta magica.
Buona settimana,
Cristina