top of page
  • Immagine del redattoreCristina Ferina

La Strategia dello Specchio


Wow! Lo specchio... quante immagini evoca. Fiabe, racconti, storie della nonna, vecchie stanze da letto... misteri, riflessi, luce, ombre, illusioni.

Ma lo specchio, in fondo, che cosa rappresenta se non la possibilità, simbolica, di attraversarlo. Quando ci specchiamo vediamo il nostro riflesso, o quello di ciò che è nell'ambiente però... hai mai notato che il tuo viso, ad esempio, sembra strano? E che gli oggetti, posti in una diversa prospettiva sembrano estranei al contesto?

E' proprio la natura dello specchio a creare questa illusione, nelle cui distorsioni si cela l'incanto.


Nella lingua inglese, specchio si dice mirror, e deriva dal latino mirari, ovvero "meravigliarsi" o "guardare con sturpore".

La capacità di meravigliarsi è alla base della natura umana, quella autentica, quella puerile e pulita, senza condizionamenti. L'uomo è fatto per meravigliarsi, solo che non sa più come si fa. E lo specchio ce lo ricorda.


Però, lo specchio, evoca anche timore e il fascino dello sconosciuto. In "Attraverso lo specchio e ciò che vi trovò" (il seguito di "Alice nel Paese delle Meraviglie"), Alice, sonnecchiante sul divano, si interroga proprio su cosa possa esserci dall'altra parte dello specchio. Riuscita ad attraversarlo, troverà prima un diario con un testo incomprensibile su cui compare un quesito di "impossibile" soluzione; i personaggi delle sue filastrocche preferite, tra cui Humpty Dupmty; la possibilità, grazie al gioco degli scacchi (strategia) di ottenere la corona per diventare regina. Solo che poi, sul più bello, durante il banchetto organizzato in suo onore per la sua vittoria, si sveglia.


Quindi, dall'altra parte dello specchio, in senso simbolico, ci sono tutte le potenzialità, solo che per arrivare a stimolarle, come in ogni percorso eroico che si rispetti, bisogna superare delle prove. Lo specchio, nella vita, è ciò che non ci piace (un lavoro, una famiglia ingombrante, una situazione personale dalla quale non vediamo via d'uscita). Qualcosa che ci disturba, perchè ci fa vedere cose che ancora di noi non conosciamo.


Le situazioni della vita sono grandi specchi che riflettono la nostra immagine, nella quale possiamo sembrare piccoli, grandissimi, storti, inadeguati, belli, brutti, capaci, fallimentari, eroici... la domanda è: ci andiamo bene così, anche solo transitoriamente? Se la risposta è affermativa, allora possiamo continuare a stare senza cambiare nulla, altrimenti è preferibile attraversare.


Lo specchio è risorsa, da coltivare, scoperta, di ciò che non avremmo mai immaginato, e opportunità, di cambiamento.

Per trasformare in bellezza ciò che adesso non lo è (ancora) e godere delle novità, lo specchio va attraversato per recarsi, un po' come Alice, in una dimensione del senza tempo. Per farlo, in sicurezza, ci vuole un alleato speciale: il tempo onirico (nel post ti spiego come esercitarlo).


Dopodichè, una volta varcata la soglia, proprio come l'eroe, è fondamentale individuare degli alleati: tutto ciò che per noi è risorsa già acquisita, con efficacia sperimentata (caparbietà, flessibilità, empatia, discrezione... e così via), utile per continuare il viaggio, che diventa un fluire tra gli eventi e le persone, e, contemporaneamente, uno svelare aspetti nuovi di noi, trasformando le esperienze in Meraviglia, la condizione per tornare a specchiarsi senza più spaventarsi.


Buona settimana

Cristina

96 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page