I luoghi dell'anima non si trovano solo con il viaggio tradizionale. Ci sono luoghi geografici incantati, dove appena ci si mette piede si respira la presenza di un'anima, di un senso che non si esaurisce solo osservando quello c'è. Si percepisce un'anima del posto, che è l'essenza emanata da una moltitudine di elementi (natura, abitanti, storia...).
Per me, i veri luoghi dell'anima sono quegli spazi che albergano dentro di noi, che non abbiamo mai visitato.
Intanto, l'anima, cos'è?
Poeti, scrittori, filosofi, artisti... quasi tutti hanno cercato di darne un definizione esaustiva. Secondo me, l'anima non si può definire, cioè non può essere de-finita, chiusa, circoscritta.
Perchè l'anima nasce (se mai c'è stato un momento in cui è venuta al mondo), libera. E' libera di esprimere la sua natura. Come? Facendoci essere chi e come siamo, lasciando emergere le nostre abilità, le nostre potenzialità, e le nostre reali necessità.
L'anima ci permea, e contamina le nostre esperienze. E' molto più pratica di quanto si creda. L'anima sta in basso, "si sporca".
Allora, quali sono i luoghi dell'anima?
Sono quelli che frequentiamo ogni giorno. Sono le cose che facciamo. Il lavoro, la famiglia, i nostri interessi.
Ciò che è importante esplorare, di questi luoghi, sono le risposte alle sue necessità (dell'anima), e quindi alle nostre, reali, non quelle che nascono come reazione ai bisogni - degli altri.
Ci piace il terreno in cui ci muoviamo? Che rapporto abbiamo con il nostro lavoro? Ci stiamo stretti oppure riusciamo ad esprimerci?
E la famiglia? Si sa, non la "scegliamo" (alcune teorie sostengono il contrario, anche se questa non è la sede per approfondire), la troviamo così, fatta e, più o meno, finita; spesso è un cactus spinoso da gestire.
Siamo certi dei nostri interessi, quelli che coltiviamo nel tempo, quando non siamo impegnati in altro?
La sintesi è: siamo autentici a noi stessi?
Per capirlo, bisogna esplorare, appunto, i luoghi dell'anima, quelli di tutti i giorni, e interrogarla.
Da bodyworker, naturalmente, uso l'intelligenza del corpo. E lo faccio con il Bodytelling, il mio metodo di Coaching Corporeo. Osservo la situazione in cui mi trovo e la "incarno", portandola dentro di me. Poi, rimango con le sensazioni che mi arrivano, sentendo come reagiscono le parti del mio corpo.
Potrei avere dei cedimenti alle gambe, oppure delle sensazioni di caldo in viso, o altro, a seconda di come sono io in relazione a quel particolare evento. Come un processo chimico.
Resto con questo sentire, che passa attraverso il corpo ed è autentico (il corpo vive nel Presente).
Poi, inizio ad operare una sorta analisi somatica. Cosa mi racconta la sensazione di caldo nel viso? E le gambe che cedono? E faccio la stessa cosa per tutte le altre sensazioni.
Alla fine, avrò delle narrazioni precise di quello che mi sta accadendo, e, contemporaneamente, anche delle soluzioni in potenza, che poi andranno perfezionate per renderle applicabili all' esperienza quotidiana.
Esplorare i luoghi dell'anima diventa come la stesura di una mappa, con delle tappe e delle zone, nostre, che non sapevamo di possedere, e che possiamo usare in ogni momento.
I veri luoghi dell'anima sono qui, in quello che ci accade, nella vita che si dispiega giorno dopo giorno, nelle nostre sfide.
Andare lontano è utilissimo (io l'ho appena fatto, e lo rifare domani, se potessi), rinnova il punto di vista sulle cose, ma gli aspetti pungenti vanno elaborati "qui".
A presto,
Cristina