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  • Immagine del redattoreCristina Ferina

La Magia degli Inizi


C'è sempre un non so che di speciale, avvolto da un alone di magia, in quello che si inizia a fare.

Un piccolo brivido che ti attraversa, che porta con sè tutti i dubbi e le paure della tipica domanda: "Ma... ce la farò?", "Sarò in grado di sostenere questa nuova esperienza, questo nuovo incontro, questa responsabilità" che mi porteranno ad essere, inevitabilmente, una persona diversa, rinnovata, anche solo per una piccolissima parte. Insomma, qualcuno diverso da prima? Perchè gli inizi, anche se piccoli e apparentemente insignificanti, ti cambiano, e, se non lo fanno immediatamente, impostano la direzione.


Perchè gli inizi, di qualunque tipo, ti porteranno sempre su una strada "altra", sulla quale è probabile, ma soprattutto auspicabile, incontrare, nella nuova sfida, anche nuovi protagonisti che popolano la tua esperienza, e ti mettono di fronte alla conoscenza di una parte di te che credevi non esistesse, per rafforzarla, farla crescere, integrarla, e scoprirci dentro milioni di altre nuove risorse.


Non è stimolante? Sì, in linea teorica, anche se non sempre...


Perchè ogni inizio, di qualunque natura esso sia, porta con sè il seme del "non ancora conosciuto", che è poi quell'angolino che tanto spaventa, è quell'orecchia fatta alla pagina del libro che stai leggendo per tenere il segno, che in tanti odiano, io no, perchè mi ricorda fino a che punto ho fissato il mio limite, e che lo posso sempre superare, ma, soprattutto, che ogni limite fissato è un nuovo punto di partenza.


In ogni nuovo punto di partenza si raccolgono le esperienze fatte in quelli precedenti, di cui vengono rilasciati gradualmente gli effetti.

Ogni step prepara a quello successivo, ma ogni step include anche quello successivo.

Come sosteneva Eugene Gendlin, padre del Focusing, nel concetto di fondo della sua Filosofia dell'Implicito, ogni movimento ha in sè anche quello successivo, volendo intendere che, in ogni azione che compiamo, fisica oppure cognitiva, è già contenuta la struttura del ragionamento, o dell'azione, che andremo a compiere successivamente, in modo quasi organico.


Allora, se è organico, quindi in un certo senso biologico, che appartiene alla nostra natura, perchè ci spaventiamo tanto quando dobbiamo iniziare?

Ci spaventiamo perchè è la nostra mente che mette paletti, cercando di ostacolare il cambiamento. La mente ha bisogno, è assetata di avere intorno i soliti satelliti di una certezza apparente.


Perchè? Perchè non si fida, e nemmeno affida, alla saggezza di chi la sa più lunga di lei: il corpo, che invece è l'unico che garantisce certezza nella novità, che, proprio grazie grazie a lui, possiamo esperire.

Mi piace sempre usare un'immagine silvestre, che è un po' la dimensione dalla quale provengo. Ricordo quando ero bambina quando mi piaceva passare nei boschi fitti di vegetazione, dove il mio corpo si trasformava in un fendente simbolico per poterla attraversare.


La magia degli inizi, come la intendo io, è una cosa più o meno così. Un gioco, serio.


C'è l'emozione della novità, un po' di paura per quello che non vedi, ma che puoi sentire; come la vegetazione che aderisce al tuo corpo quando ci passi in mezzo, ma che riesci benissimo a gestire, spostando con le mani i rovi per non pungerti, usando i piedi per fare il passo giusto, guardando bene dove stai andando.


Se usi questa stessa attitudine nel "quando inizi", partendo già dal mattino, facendo finta di camminare in un bosco, prestando attenzione ai passi che compi, alle cose che, simbolicamente e non, tocchi, a quello che dici, e provi a sentire come tutto questo aderisce al corpo, hai già fatto un balzo in avanti nel nuovo.


La magia degli inizi è proprio questa: essere dentro al nuovo, senza quasi saperlo con la mente, ma avendolo ben presente con il corpo.

Quindi, inizia oggi, qualsiasi cosa sia!


A presto,

Cristina

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