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  • Immagine del redattoreCristina Ferina

Dal Basso verso l'Alto, e Ritorno. Una Visione Simbolica della Percezione.


Gli studi sulla Percezione ci dicono che esistono due direzioni fondamentali: bottom-up, dal basso verso l'alto, e top-down, dall'alto verso il basso.


In pratica, il primo è il processo che si basa sullo stimolo dei dati sensoriali provenienti dall'esterno, raggiunge le sedi cerebrali opportune e le elabora. Sono le caratteristiche fisiche dello stimolo visivo, che noi "scomponiamo" in piccole parti fino ad avere il tutto (ad esempio la sedia = gambe, seduta, schienale).

Il secondo, invece, si basa su fattori prettamente cognitivi, che quindi partono dall'alto. Per riconoscere un oggetto, sempre la sedia, devo andare a pescare nella mia memoria per recuperare l'informazione già elaborata e conosciuta.


Ma cosa succede se proviamo a declinare questi due movimenti neurofisiologici nell'esperienza corporea?

Entrambi i processi non esisterebbero se non venissero mediati dal corpo, che diventa esperienza totalizzante (e cosciente).

In senso meno biologico, e molto più simbolico, queste due modalità di elaborazione, top-down e bottom-up, in fondo, ci parlano di dinamismo, di possibilità, di alternative, di ritmo, di movimento; in pratica... di Vita.


Al di là della capacità di processare, al pari di un computer, dati sensoriali o cognitivi, noi siamo anche la somma di tutto ciò che ci porta su, ci porta giù, e viceversa.

Siamo tutti gli input che elaboriamo e le loro infinite combinazioni, che nascono dalle nostre esperienze. Una situazione che ci deprime e un'altra, invece, che ci fa gioire. La prima è la somma di mille fatti sofferti, che ci hanno buttato giù. La seconda, l'esatto opposto: eventi funzionali e costruttivi ci hanno stimolato e sostenuto nell' "ascesa" (non mistica) verso una consapevolezza di sè.


Dal basso verso l'alto, quindi il processo bottom-up, sottratto alla Neurobiologia e prestato al Simbolismo, è l'aspetto del quale ci dobbiamo occupare maggiormente, in quanto terreno ricco di esperienze.


L'invito, quindi, qual è: prendersi cura dello spazio che abitiamo (ne ho parlato un po' qui). Mi riferisco ad uno spazio fatto di relazioni, che si instaurano sempre attraverso il corpo, uno spazio simbolico, perchè il corpo si esprime e comprende con sensibilità mitica, a partire dai suoni che, in molte tradizioni, sono considerati principi cosmogonici. In principio era il suono, ma anche il verbo, e la parola crea, e ha un'influenza fortissima sullo spazio destinato al bottom-up.


Solo curandoci di ciò che avviene ai "piani bassi", che sono quelli in cui si dispiega la Vita in tutta la sua autenticità, possiamo pensare di far crescere in armonia ciò che avviene a quelli alti, il terreno del top-down, che a sua volta restituirà il favore al suo fratellino più giù, e così via; tutto questo, in un saliscendi esperienziale che offre una vera Visione e diventa la traduzione, sul piano simbolico, della Percezione, che, attraverso un processo quasi alchemico, muta in Creatività e poi Resilienza, che ci servirà per non patire i vuoti d'aria tra un'esperienza di salita e l'altra.


A presto,


Cristina


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