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  • Immagine del redattoreCristina Ferina

Di 7 in 7. Il Ciclo dei Settenni



Il nostro corpo cambia, è inevitabile. Siamo esseri in continuo mutamento per il semplice fatto che... siamo vivi!

Esiste una teoria molto interessante, di matrice antroposofica, che illustra in modo preciso questo ciclo di cambiamenti che avviene ogni sette anni, e che avrebbe a che fare anche con lo sviluppo animico.


Ora, il sette non è campato a caso. Sette, nell'immaginario tradizionale simbolico, è considerato un numero, se non proprio magico, almeno speciale: sette sono le note musicali, sette sono i pianeti, sette le lettere doppie dell'alfabeto ebraico, sette sono le corde della lira di Apollo, sette i savi dell'antica Grecia... solo per citare qualche riferimento autorevole. Il sette, declinato in anni anagrafici, esercita un'influenza molto forte anche nel nostro corpo.


Nel primo settennio (0-7) si assiste ad un'evoluzione dell'apparato neurosensoriale, ma è anche la fase di apprendimento, in cui il bambino è totalmente assorbito dalla relazione con la mamma. Al settimo anno di età avvia un processo di "uscita" dal nido familiare, che coincide anche con l'ingresso a scuola, ambiente in cui sviluppa la sua identità nella relazione con gli altri, costruendosi così una visione genitoriale differente attraverso il rapporto con gli insegnanti.

Il corpo, in tutto questo, diventa uno strumento di accesso a questa nuova dimensione.


Nel secondo ciclo, che va fino ai 14 anni, il processo di individuazione, per dirla alla Jung, può anche raggiungere dinamiche accese, di ribellione, necessarie al pre-adolescente per iniziare a diventare quello che è. Andare contro è un po' il leit motiv di questi anni, che possono essere caratterizzati da problemi scolastici, disturbi psicosomatici, e così via.


Nel terzo ciclo, quello che raggiunge la soglia dei 21 anni, avviene l'ingresso nella fase adulta. Che si inizi a lavorare o si studi, e si vada all'università, poco importa. E' una tappa fondamentale, ed è importante la sua riuscita. Mentre prima si sostava ancora in una sorta di zona comoda nella quale tutto, o quasi, era concesso, qui, invece, si maneggiano le prime grandi responsabilità che gettano le basi per il futuro. Il 21° anno, secondo Rudolf Steiner, coincide anche con la nascita dell'"io", che, congiunto al corpo fisico, lo compenetra, costituendo il "corpo dell'io".


Nel quarto ciclo, che va fino ai 28 anni, ormai si è raggiunta, e ampiamente superata, la maggiore età, e ciò che è stato seminato nel terreno del precedente ciclo, è in crescita. Qui ci si afferma come individuo e si riconosce il proprio valore. Si diventa sempre più ciò che si è, si sono incontrate le proprie ombre, alcune di queste sono anche state integrate. Ma potrebbe anche accadere, come nel mio caso, e come scritto in questo post, che i 28 anni segnino un punto di rottura forte che "obbliga" a rivedere il proprio percorso. Niente paura! Se succede, è una grande opportunità per rimettersi in gioco, e tutto quello che accadrà nei cicli successivi (35-42-49...) sarà un consolidamento ed un'evoluzione della propria direzione, che potrà poi essere sempre un po' corretta, ma mai completamente stravolta.


Come capire se ci integriamo bene nel ciclo che stiamo vivendo? Io posso risponderti questo: interrogando il corpo.

Stiamo bene, fisicamente e non, in quello che stiamo realizzando in questo momento? Cosa ci dice che è così? Oppure, quali sono i segnali che ci svelano il contrario? E in quale sfera? Lavoro, famiglia, relazioni?


Scegliamo un ambito e sezioniamolo il più possibile, anche con il primo esercizio di Bodytelling che ho proposto nel post della scorsa settimana. Sentiamo cosa emerge.


Abbiamo paura? Muoviamoci!

Proviamo ansia? Ricaviamoci uno spazio tutto per noi dove poter meditare, con candele, incensi e tisane.

Siamo arrabbiati? Scriviamo su un foglio! Di getto, quello che ci viene. Poi bruciamo tutto.

Siamo tristi? Ascoltiamo la nostra musica preferita e balliamo!


Creiamoci dei piccoli riti, tutti nostri. Il rito è rassicurante, il rito crea ritmo, il ritmo sostiene i cicli, anche quelli dei settenni, per procedere in modo fluido "lungo il sentiero del nostro sentire" autentico.


A presto,


Cristina

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