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  • Immagine del redattoreCristina Ferina

La Storia di Uno è la Storia di Tutti


Da qualche ora ho fatto ritorno da un seminario particolarmente intenso con un Maestro di grande esperienza e levatura, Mike Boxhall, il cui titolo era Presence in Stillness, ovvero Presenza nella Quiete che, a dispetto dell'apparente complessità, è uno stato al quale ognuno di noi può tendere, senza eccezioni.

Mike ha avuto l'immensa capacità, tipica di un Maestro, di intregrare , con semplicità, tradizione orientale (buddista), psicoterapia occidentale (tra le altre cose lui è anche psicoterapeuta) e neuroscienze, per condurci in uno stato di consapevolezza piena, senza filtri, barriere, senza giudizi, senza schemi. Uno stato di neutralità comune a tutti, nel quale le nostre storie individuali abbandonano le influenze sia genetiche sia epigenetiche ritonando ad un punto zero.


Per farci comprendere meglio questo meccanismo, Mike è partito dall' ideogramma cinese che metto di seguito, spiegandoci nel dettaglio il significato di ogni simbolo.



Il primo, quello rosso a sinistra, rappresenta le Orecchie, quindi l'Ascoltare.

Il secondo, in alto, di colore verde, è la Piena Attenzione.

Il terzo, subito sotto, è il simbolo degli Occhi, quindi il Vedere.

Il quarto sta ad indicare "TE".

il quinto, invece, è il Cuore con i suoi ventricoli.

Tradotto, il senso dell'ideogramma è all'incirca questo: Io sono qui per te, con piena attenzione, ti vedo e ti ascolto con il mio cuore.

La piena presenza è uno stato che non nasce nel cervello, ma nel corpo, in particolare nel cuore, che ha un campo elettromagnetico 5.000 volte più grande di quello del cervello, e dal cuore di espande, prima di tutto in noi, e poi nelle relazioni con gli altri.

La presenza è uno stato di omogeneità, di completezza, dove non può accadere niente di pericoloso; è uno spazio sicuro nel quale i nostri schemi ereditati si resettano.

Questo processo non è soltanto un semplice "ideale" relegato nei piani alti; questo processo ha i suoi effetti benefici dimostrati (leggi qui, ad esempio, ma esistono tantissimi studi) , anche sul piano fisico con il coinvolgimento del sistema neuroendocrino che, durante il processo, rilascia ormoni, come la serotonina e l'ossitocina, che hanno la funzione di "bonificare" le cellule contaminate, riportandole ad uno stato di totipotenza. Questo processo biochimico genera una tabula rasa, una lavagna pulita sulla quale riscriviamo la nostra storia perchè, grazie a questa operazione di reset, smettiamo, quasi automaticamente, di essere vittime di quelle vissute in precedenza.


Ed è qui che le nostre storie individuali diventano quelle di tutti; siamo nell'indifferenziato, nell'unità. Non esiste più la separazione, la dicotomia, il trauma. Ci incontriamo, come nel Fare Anima, nella stessa radura.


E qual è lo strumento che favorisce l'accesso a questo stato di totale presenza? Il Corpo.

Il Corpo, attraverso la meditazione, pura e semplice, attenta, di ascolto, di visione e non di visualizzazione, di espansione della consapevolezza, di approfondimento, di silenzio, si trasforma in veicolo di guarigione, sia che lo si faccia per noi stessi sia che si assista, come testimoni di un processo (come con la Biodinamica Craniosacrale), che coinvolge anche l'altro.

Ciò a cui è importante prestare attenzione, ha sottolineato Mike (e di questo sono felice perchè è una conferma degli studi e delle ricerche che sto portando avanti anche io) sono le sensazioni, ovvero, cosa emerge mentre sono in questo stato.

Ad esempio: inizio a tossire oppure faccio fatica a respirare, viene a galla un ricordo di famiglia, un'immagine di natura... e via dicendo... la domanda da porsi, e porre, è: in che relazione sono io (o sei) con questa cosa che è emersa?

Le sensazioni sono piccoli varchi verso uno stato più profondo; si presentano sempre per aiutarci ad andare al cuore dell'esperienza, per entrare nella caverna più profonda, per entrare in contatto con le forze archetipiche, per diventare pienamente e autenticamente chi siamo, sbarazzandoci di quelle memorie traumatiche e ingombranti che ci fanno essere qualcosa che non siamo, ovvero delle "vittime".

Stare nel presente è rinascere ogni volta, stare nel presente è attingere costantemente ad una fonte di creazione, stare nel presente è salute e guarigione, stare nel presente è costruire il futuro dopo aver digerito il passato. Ciò che serve, in termini di economia dell'organismo, rimane e si trasforma in risorse; il resto, viene eliminato.



Citando Husserl, il padre della Fenomenologia, questo può essere considerato un processo di riduzione eidetica grazie al quale "si può giungere alle cose considerandole come intuizioni della coscienza nei suoi atti intenzionali".

In altre parole, la nostra postura deve essere quella di chi, attraverso la "semplice" osservazione di un fenomeno, arriva a coglierne l'essenza la quale, a sua volta, diventa il trampolino per giungere all'essenza del fenomeno successivo. E via dicendo, fino ad arrivare ad una chiarezza e perfezione tipiche di uno stato di Presenza pienamente raggiunto.


Ringrazio davvero con il cuore espanso l'esperienza di questi giorni perchè mi ha fatto comprendere di essere sulla... mia strada!


Un grazie particolare va a Mike, a Laura di Essereuno che ha organizzato il corso, a Chiara che lo ha tradotto, e al gruppo appassionato di persone con cui ho condiviso questi giorni.


Se vuoi sperimentare l'essenza del lavoro, entrare ed uscire dalla caverna con il copione della tua nuova storia in mano, sono a tua disposizione.

A presto,

Cristina

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