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  • Immagine del redattoreCristina Ferina

Dentro di noi respira il Mare


La Biodinamica Craniosacrale sta ispirando, oltre al mio lavoro, anche la mia vita.


Sono immensamente grata alla persona che mi ha condotta in questa esperienza, qualche annetto fa, la mia prima insegnante, Germana, che, purtroppo, è mancata alla fine di ottobre. Anche se non c'erano state più tante occasioni per incontrarci, perchè negli anni, si sa, le esperienze possono portare a seguire strade parallele che conducono lontano, lei era sempre viva dentro di me, con la sua grinta, la sua passione e la sua ironia. Un altro distacco che si aggiunge agli altri, un altro incontro con l'Ineluttabilità. Un altro "facciamo i conti con questo, anche con questo", coltiviamo un po' di resilienza, che non si sa mai.

That's life!


Di questa immensa disciplina, portata alla luce da un osteopata di nome William Garner Sutherland nel secolo scorso, la parte relativa alle Maree è certamente quella che, a mio avviso, suona, allo stesso tempo, più strana ma anche più naturale, anche se questo secondo aspetto si comprende dopo un certo periodo di pratica. All'inizio, prevale il primo. Almeno, per me è stato così.

Praticare la Biodinamica è contattare la Totalità, le forze che regolano i ritmi naturali, in una sorta di ciclo circadiano che nasce prima di ogni altro ritmo, anche di quello respiratorio polmonare, al quale viene riservato solo il secondo posto.

In questa Totalità che, tengo a specificare, non è trascendenza, anzi, semmai, è immanenza allo stato puro, perchè è radicata nel corpo, nella sua Intelligenza profonda, si esprimono i tre livelli di marea: uno, più in superficie, chiamato Impulso Ritmico Craniale, uno intermedio, la Marea Media, e uno più profondo, la Marea Lunga.

Il lavoro, in continua evoluzione, è oggetto costante di esplorazione dai praticanti e dei maestri ed è molto difficile, se non impossibile, o almeno altamente improbabile, riuscire collocare la Biodinamica in uno schema. L'unico schema, se così si può definire, nel quale riesce a trovare uno spazio comodo è quello di essere una disciplina totalmente libera e avulsa da protocolli. Il che, dal mio punto di vista, è un grandissimo vantaggio, perchè offre l'opportunità di lavorare sulla persona nel suo complesso, storia compresa, senza focalizzarsi eccessivamente sui sintomi e le evidenze che il cliente porta in seduta.


Noi siamo costituiti da Fluidi, fondamentalmente siamo fatti di "acqua", che prende forme differenti a seconda del compito che deve svolgere.

Basti pensare alla nostra origine embrionale, che è totalmente fluida; nel fluido, inoltre, rimaniamo per nove mesi, come fluttuassimo in un oceano. Siamo protetti, avvolti e, anche se insolito, continuiamo ad esserlo anche quando veniamo al mondo perchè le forze biodinamiche hanno sì modellato e condensato il fluido originario, dando forma e sostanza all'embrione, che è diventato feto, il quale, a sua volta, è poi diventato neonato, bambino e adulto ma sono inarrestabili, perchè vitali, e continuano ad esercitare la loro influenza per tutta la vita.

C'è molto più embrione in un adulto che in un embrione; non ricordo di chi sia questa citazione ma so che le forze biodinamiche sono l'espressione dell'Origine, che continua la sua "espansione" anche quando ormai siamo cresciuti. Una sorta di entropia, di big bang fisiologico. Non è fantastico?


Cito un esempio, scomodando per un momento la biologia: il sangue, tessuto fluido, porta nutrimento e ossigeno in tutto il nostro corpo; in seguito ad un processo di ultrafiltrazione, che definirei alchemico, diventa la quintessenza, il liquor, o liquido cefalorachidiano, scorre nel sistema nervoso centrale e ha, tra le varie funzioni, quella di proteggerlo, aggiudicandosi anche il nome di "ammortizzatore"; viene prodotto dai ventricoli cerebrali (i 2 laterali, 3° e 4°), scorre nello spazio sub-aracnoideo, per essere poi riassorbito dai villi aracnoidei e dalle radici posteriori dei nervi spinali.

E che cosa fa questo liquor? Protegge, e ripara, e nutre, la parte più delicata e preziosa, il Sistema Nervoso Centrale, che è in prima linea ad affrontare le sfide. Ci protegge come ci proteggeva il liquido amniotico quando ci coccolavamo nella pancia della nostra mamma. Niente poteva accadere, lì.



Ma ci sono poi dei movimenti, che rispondono ad un principio intelligente, regolatore e di salute, che Sutherland aveva battezzato "Breath of Life" (Respiro della Vita), che orchestrano l'andamento, non solo del liquor, ma anche di altri aspetti (che non elenco in questa sede) che "compongono" il sistema respiratorio primario: le Maree.


I tre cicli, superficiale, medio e lungo, (Impulso Ritmico Craniale, Marea Media e Marea Lunga) sono tre diverse espressioni, tre livelli di consapevolezza anche fisiologica, che si esprimono attraverso una respirazione; infatti, ogni ritmo ha una fase di inspirazione e una di espirazione, proprio come quella polmonare.

Il primo, immediatamente percepibile (dove immediatamente è un concetto relativo perchè ci vuole un minimo di esercizio), l'Impulso Ritmico Craniale, è il più veloce, inspira ed espira velocemente, è la risposta alla nostra condizione presente, agli stress che la vita, a volte, con troppa generosità, ci fa sperimentare. Quella Media ha un ciclo di inspirazione ed espirazione un po' più lungo; non è direttamente influenzata dal nostro "adesso", come il primo, ma è una sede di equilibrio e integrazione.

L'ultima, la Marea Lunga, è una dimensione di Coscienza ampia, i suoi cicli di inspirazione ed espirazione sono molto lunghi (50 secondi l'uno, per un totale di 100). Qui si naviga davvero, si è esposti direttamente alla Totalità, si è in un mare di unità, di interezza, omogeneità e coerenza.

Il corpo inizia la sua espansione, si attivano i meccanismi di autocorrezione, avviene una trasmutazione profonda dell'Essere. Per il praticante, pur restando un testimone attivo e consapevole, è una sensazione intensissima, che coinvolge anche il suo sistema. E' come un'onda che attraversa le cellule e che, arrivando fino al nucleo, le "risana" e poi continua, nel suo ritmo infinito, operando, ad ogni ciclo, un processo di pulizia, filtrando le informazioni, conservando quelle che servono e lasciando andare le altre.


Tutto il corpo risponde a questi cicli di maree, dando la sensazione di avere tra le mani, durante la seduta, un enorme mantice che si muove al tempo della Vita, della Creazione, in un moto perpetuo; un'esperienza fortissima che comunica un senso di vicinanza e di appartenenza con una radice comune per tutti.

La grande potenzialità, che diventa atto, di questo splendido lavoro è quella di entrare realmente in connessione con le dinamiche embrionali, con la Totalità, con la salute intrinseca sempre presente, qualunque siano i nostri malesseri.


La Biodinamica si orienta alla Bellezza, e, con la Bellezza, trasforma il corpo in un'opera d'arte.


A presto,


Cristina


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