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Immagine del redattoreCristina Ferina

Psicostasia: quanto pesa il tuo cuore?


Venerdì scorso sono andata a visitare il Museo Egizio; mi sono persa tra i riti e i simboli di una cultura sopra le righe, che ha segnato inequivocabilmente la Storia dell'umanità intera. Un patrimonio che, grazie all'inconscio collettivo, in qualche modo, portiamo tutti dentro.


Sono rimasta affascinata da mille cose. Una, però, ha spiccato su tutte: la Psicostasia, ovvero la pesatura del cuore (o dell'anima).

Una cerimonia, illustrata nel capitolo 125 del Libro dei morti, a cui veniva sottoposto il defunto prima di poter accedere all’Aldilà. Il cuore non doveva pesare più di una piuma, simbolo della Verità (Maat); implicitamente, per varcare la soglia, si doveva essere giusti, equi, senza debiti e pendenze.


Mi sono interrogata molto sul senso simbolico di questa pratica nel regno dei vivi. Cosa significa pesatura del cuore, che implicazioni ha, nelle nostre vite, mettere il cuore sul piatto della bilancia?

In senso simbolico, quando si mette il cuore sulla bilancia, si sta valutando la sostenibilità di una situazione.


"quanto vale del mio cuore questa cosa?" "il mio cuore può sostenerne le condizioni, o queste ultime -pesano troppo-?", oppure, "il mio cuore è (ancora) pesante, in questo momento, o forse non abbastanza"


Anche se poste in modo diverso, tutte queste domande hanno lo stesso intento.

Il mio cuore può? Ha le risorse adatte?

Io, posso metterci il cuore in questa cosa?

Posso concedermi di "spezzarlo" un po'?

Contrariamente alla visione comune, secondo me, l'immagine del cuore spezzato è ricca di belle suggestioni. Un cuore che si spezza è un cuore pronto a mettersi in discussione, ad accogliere. Lo spezzarsi diventa una fenditura, un'apertura. E, nell'aprirsi, il cuore, si lascia "contaminare" dalla relazione. Non è forse proprio a questo che servono, le relazioni? A contaminarci reciprocamente. Non solo le relazioni con le altre persone, ma anche quelle con un lavoro, un progetto, una passione. Tutto è relazione. E, il cuore, a seconda del livello di investimento, si spezzerà un po' per lasciare entrare l'esperienza, che sarà anche il balsamo per richiuderlo, e così via, in un'alternanza dinamica di apertura e chiusura. Un continuo nutrimento. Il mio cuore si è spezzato tante volte. E' sempre tornato integro ma, soprattutto, si è rafforzato. Rafforzare il cuore attraverso l'esperienza è sviluppare la coscienza, la stessa che ci farà fare scegliere, in modo ponderato, come "spezzarci il cuore la prossima volta." Ad ogni strappo segue una cucitura, ad ogni cucitura, una consapevolezza. Ad ogni consapevolezza, una spruzzata di resilienza. In altre parole: capacità di adattamento. Per esercitare questa abilità, passo sempre dal corpo e arrivo alla mente, creando una connessione profonda. Con la meditazione, ad esempio. Rafforzo la mia autostima, miglioro la mia capacità di analisi. Stimolo la mia creatività. Faccio chiarezza sulla traiettoria da seguire, pronta a "farmi spezzare il cuore" da una nuova esperienza.

Non è forse questa Psicostasia applicata... alla Vita?!

Buona settimana,

Cristina

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