Hai mai fatto ingresso in quella che (il mio amato) Joseph Campbell ha chiamato la caverna più profonda?
Quell’antro buio dove si nasconde l’ostacolo più grande, la paura più folle. Quella dimensione lontana, ma dentro di noi, dove vive il mostro brutto e spaventoso.
Un confronto con una persona, un momento particolarmente difficile della tua vita (una perdita, una scelta, una condizione di forte disagio che presuppone il lasciar andare...)
Sono queste le caverne profonde alle quali noi, eroi di ogni giorno, facciamo accesso. Consapevolmente o meno, accade a tutti di trovarsi nello spazio più buio della propria vita e di non sapere come muoversi.
Le caverne, poi, sono shapeshifter, mutaformi; cambiano faccia, dimensione, nome, profondità, luci e ombre, però sono sempre le stesse caverne.
Nella caverna ci si ritorna spesso, se il mostro non è stato realmente abbattuto, e abbiamo confuso l’uscita principale con quella di servizio, che tradotto vuol dire: non hai ancora imparato la lezione, quindi è bene che tu la ripeta, magari con l’aggiunta di qualche ostacolo, quindi... rientra ancora un po’ nella caverna.
E stacci.
Quanto? Il tempo a sufficienza per assimilare il vero senso dell’esperienza pedagogica, di cambiamento.
Se, da dove sei, ti guardi indietro, ti vedi come prima, e provi le stesse sensazioni, vuol dire che non si è trasformato granchè. Pensi a quella determinata persona, o situazione, senti i brividi o sperimenti la stessa stretta allo stomaco? Allora è necessario rivedere la relazione con questa dimensione.
Prova a stare, a stare così: lascia che le sensazioni cambino, sposta l’attenzione verso un orizzonte simbolico ampio, attivando la vista interiore, orientati allo spazio che ti circonda, segui il ritmo del tuo cuore, che va e viene. Ascolta la sinfonia del campo, affidati alla sua intelligenza e lascia stare il brusio di sottofondo. Non prestare attenzione a quello che arriva da fuori, ciò che ti serve è lì con te. Sintonizzati con la Bellezza, perchè c'è, mentre affronti il mostro. Accogli l’invito dei sensi, mescola l'incanto della caverna con il suo vero messaggio.
Continua a negoziare la distanza giusta, mettiti in primo piano, diventa osservatore consapevole, riponi la fiducia nelle tue risorse, affidati a te, al tuo sentire, al tuo volere, uniche e vere opportunità da cogliere. Il resto viene da sè, compresa la strada, autentica, per l'uscita principale, verso la quale dirigersi insieme alla certezza di non rientrare più. In quella caverna, almeno.
Buona settimana
Cristina